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Nino Formicola racconta come ha conquistato la compagna Alessandra Raya con la cucina

Ridete pure, quando vedete Nino Formicola sul palcoscenico. Ma fidatevi: se vi sedete alla sua tavola, battute a parte, non avrete il tempo di ridere perché quando in cucina c’è lui, il successo in tavola è assicurato. «Sono un cuoco vero. E organizzo social dinner»,

aveva dichiarato in una intervista nel 2016. La sua passione per la cucina è ben nota ed è stata probabilmente l’unica cosa capace di trascinarlo sui social.

«È nato tutto casualmente perché una mia amica mi aveva chiesto di registrare delle video-ricette. Ho accettato e dopo avermi visto all’opera mi ha detto: “Ma sai cucinare! Perché non fai delle social dinner? Tu cucini e la gente viene a mangiare e sta con te”.

Detto, fatto. Certo, nei periodi più intensi di lavoro, come adesso che sta portando in tournée La cena dei cretini, spettacolo che fu già un successo per la mitica coppia Zuzzurro & Gaspare e che adesso Nino porta in scena con Max Pisu, la sua pagina Facebook A cena con il Comico: le social dinner di Gaspare ne risente un po’. Ma l’attore ha promesso di ritornarvi presto.

«Adoro i fritti e mi vengono benissimo»

Com’è nata questa tua passione per la cucina Nino Formicola?

«L’ho sempre avuta. Ricordo che negli anni Settanta, quando l’Italia viveva la crisi petrolifera, il sabato e la domenica non si poteva tanto andare in giro, così noi giovani restavamo spesso a casa

«Non so, se sìa fortunata o meno, però mettiamola così: ci bilanciamo alla perfezione, visto che io cucino e lei mangia».

Nino Formicola con quale piatto l’hai conquistata?

«Non c’è un piatto in particolare perché in realtà io cucino in maniera normale. Sicuramente le ho preparato di tutto e di più».

Per una cena romantica cosa le prepari?

«Se voglio colpirla le preparo i suoi piatti preferiti. Lei ama il pesce, per cui penserei a un menu di mare. Quando è stato il suo compleanno ho organizzato una cena a sorpresa insieme alle sue amiche. Ho passato il pomeriggio in cucina e ho preparato un cocktail di scampi, un tortino con salmone, gli spaghetti ai frutti di mare e moscardini affogati su un letto di purè di patate».

Hai fatto tu anche il dolce?

«No, ho comprato la torta ai tre cioccolati da Ernst Knam: se c’è qualcuno che lo sa fare meglio di me, perché non approfittarne?».

Nei dolci non te la cavi?

«Non li amo, quindi non li faccio quasi mai. Se devo preparare un dolce lo faccio, ma la pasticceria non mi entusiasma. Di solito preparo dolci desueti, fuori moda come ad esempio la crepe Suzette. Faccio anche il tiramisù oppure la torta a base di ricotta e cioccolato. Gli unici dolci che amo fare sono i cannoli siciliani e i bignè: ovviamente preparo io la pasta choux e i cannoli, che però richiedono una gran fatica quando si friggono».

Ti piace leggere molti libri anche di cucina. Quale tipo di cucina vorresti approfondire?

«La cucina orientale: mi piace molto il sushi. Inoltre amo molto la cucina cinese. Credo che, insieme a quella mediterranea, sia in assoluto una delle migliori al mondo».

«La cucina cinese originale è ottima»

Quali piatti cinesi ti piacciono?

«Il maiale in agrodolce secondo la ricetta originale. Molto diverso da quello che si mangia in Italia al cinese. Non ha i pomodori, per esempio, perché in Cina non c’erano!».

Quali sono i tuoi piatti preferiti della cucina mediterranea?

«Mozzarelle in carrozza, crocchè di patate, gateau di patate. Sono di stirpe meridionale, visto che la mia famiglia è di Napoli e mamma di Catania. È chiaro che i sapori meridionali la facevano da padrone a casa mia. Sarà per questo che una delle cose che mi riesce meglio ai fornelli è friggere?».

«Friggere bene è un’arte»

Non è cosa da poco. Qual è il tuo segreto?

«Io e Folio, sin dalla prima volta che ci siamo incontrati, siamo andati d’accordo. I fritti devono stare nell’olio solo pochi secondi. Alcuni erroneamente friggono in pochissimo olio, ma in questo caso ci vorrà più tempo affinché siano cotti e si riempiranno di unto. Bisogna friggere in abbondante olio profondo e lasciare il prodotto nell’olio solo il tempo necessario per evitare che si impregni. Prendiamo le mozzarelle in carrozza: intanto è sbagliato usare il pancarrè. Ci vuole il pane casereccio, meglio se leggermente duro: io lo taglio a fette e lo lascio fuori tutto il giorno. Quindi lo bagno con il latte. Una preziosa dritta: non usate la mozzarella di bufala o simili, ci vuole il fiordilatte e le fette di mozzarella devono essere alte tanto quanto le fette di pane. A questo punto si passa nella farina, poi nell’uovo, infine nel pangrattato e si immerge in olio profondo a temperatura altissima per pochi secondi».

Che cosa cucini nella quotidianità?

«Ho imparato da mia madre a mangiare di tutto durante la settimana, tanta verdura, la carne… Non mangio coniglio, capretti e animaletti piccoli, per il resto la cucina è molto varia: tartare, hamburger, scaloppine ai funghi e via dicendo».

Articolo tratto da Vero.

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