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La buona tavola di Patrizia Pellegrino per gli amici.

Determinata, professionale, solare. Patrizia Pellegrino, attrice di teatro prestata al piccolo schermo nelle vesti di opinionista, è diventata un volto mollo presente nei salotti televisivi ed è amata dai telespettatori proprio per la sua spontaneità e per il fatto di dire sempre quello che pensa con schiettezza, ma mai con arroganza. Nonostante il suo impegno in televisione la showgirl napoletana. nata a Torre Annunziata cinquantasei anni fa, non ha mai rinunciato a calcare il palcoscenico. Lo farà nuovamente a ottobre, quando debutterà al teatro Manzoni di Roma con lo spettacolo Ricette d’amore. Accanto a lei un cast d’eccezione: Samanta Togni, Federica Cifola, Matilde Brandi e Ascanio Pacelli.

«È come una grigliata mista di pesce»

Patrizia Pellegrino ci racconti qualcosa in più su questa commedia?

«Paragonerei questo spettacolo a una grigliata mista di pesce perché ha tante sfaccettature: è divertente, allegro, carino, intrigante. Racconta la storia di quattro donne molto diverse tra loro – nelle quali tutte le spettatrici potranno riconoscersi -che si iscrivono a un corso di cucina e, attraverso ricette, racconti, battute e rivelazioni personali, riescano a parlare apertamente, a confessare i loro segreti e a condividere i propri sogni. II tutto mentre si cimentano nell’arte culinaria alla ricerca disperata non solo della giusta ricetta da offrire agli ospiti per stupirli, ma anche della giusta “ricetta d’amore” per la propria vita. Le loro esistenze e il loro rapporto armonioso vengono scombussolati dall’arrivo di un bell’uomo, Ascanio Pacelli, per il quale, ovviamente, tutte perdono la testa e tutte sono disposte a fare follie».

«io non friggo ie melanzane»

Se dovessi paragonare i tuoi compagni di palcoscenico a un ingrediente, quale sarebbe?

«Ascanio non saprei, lo conosco ancora poco. Samanta Togni è sicuramente un peperoncino perché rende la vita pepata. Matilde Brandi la accosterei a un salmone, un cibo prezioso^ irraggiungibile, prelibato. Federica Cifola, invece, è un bel cous cous con dentro pesce e carne: è una donna ricca di sfumature».

E tu, invece, che piatto saresti?

«Una bella parmigiana di melanzane! Credo sia il piatto che mi rappresenta di più non solo perché mi piace, ma anche perché è napoletana come me: in più io la preparo benissimo e in versione dietetica. Nella ricetta originale le melanzane vengono fritte, io invece le sbollento un po’ e poi le griglio, quindi faccio gli strati alternando melanzane, pomodoro e mozzarella. Fidatevi, è buona come quella fritta, ma ha molte meno calorie».

Anche tu, come le prota-goniste del tuo spettacolo, hai frequentato un corso di cucina?

«No, sinceramente non ne ho mai sentito il bisogno. Sono autodidatta e comunque ho avuto una brava maestra. Invece ho frequentato un corso di approfondimento sui vini perché avevo voglia di saperne di più. Sono convinta che un buon bicchiere di vino sia fondamentale per accompagnare il pasto e che sulla nostra tavola non dovrebbe mancare mai».

Chi è stata la tua maestra ai fornelli Fornelli?

«Mia madre Maddalena, una cuoca bravissima».

A te piace cucinare?

«Sì. me la cavo piuttosto bene e mi piace molto sperimentare. Purtroppo nonlo faccio spesso perché non ho tanto tempo libero. E invece per mettersi ai fornelli e preparare qualcosa di buono bisogna avere tanto
tempo, curare la preparazione, andare a fare la spesa per scegliere gli ingredienti. Comunque, ogni volta che indosso il grembiule, cucino con amore e passione, come mi ha insegnato la mia mamma».

C’è un piatto che ti fa venire in mente un ricordo familiare?

«Il pensiero vola immediatamente al ragù, quello vero. Il ragù era il piatto delle feste e di solito si faceva la domenica: con la salsa si condiva la pasta, mentre la carne, tagliata a pezzi e cotta a lungo nel sugo a fuoco lento, si mangiava come secondo».

Cosa metteresti in tavola per un appuntamento romantico?

«Sicuramente le ostriche, che sono afrodisiache, e poi pesce crudo. Pe-r via delle tournée teatrali ho girato tutta Italia e secondo me la regione in cui si mangia meglio il pesce crudo è la Puglia: solo pesce fresco, sempre trattato in maniera favolosa… emana l’odore di mare».

da Vero

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