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Ricetta e Cucina

Tutte le ricette di Cucina , il Bon Ton del piacere di stare a tavola

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cipolla

Astice del Mediterraneo, zuppetta di lenticchie e bruschettà al caciocavallo

24 Maggio, 2020 by Ricetta di Cucina

INGREDIENTI PER 4 PERSONE

• 2 astici • 1/2 cipolla • 1 carota • 1 gambo di sedano • limone • sale • pepe in grani

• 4-6 fettine pane tostato • caciocavallo

Cuocete gli astici 6 minuti in un court bouillon (brodo aromatico per cuocere il pesce) preparato con cipolla, carota, sedano, limone, sale 1 e pepe. Puliteli e mettete da parte la polpa.

PER LA ZUPPETTA

Zuppetta di Astice del Mediterraneo

• 100 g lenticchie secche ammollate per una notte in acqua fredda • 1 carota • cipolla • 1 gambo di sedano • 1 pomodoro ramato • olio evo • sale • pepe

Tagliate tutte le verdure a dadini e rosolatele in una casseruola con l’olio. Aggiungete le lenticchie, bagnate con acqua e cuocete regolando di sale e pepe. Mettete le lenticchie nelle fondine, adagiatevi sopra l’astice e guarnite con fette di pane tostato al forno con caciocavallo.

Filed Under: A Tavola Tagged With: carota, cipolla, zuppa

Tessa Gelisio e i consigli per una cucina sana e naturale.

28 Aprile, 2020 by Ricetta di Cucina

In televisione. Tessa Gelisio. la fa da casa. Precisamente dalla sua cucina, teatro per eccellenza in cui nascono le meravigliose ricette semplici, buone e genuine che la conduttrice sforna quotidianamente nel suo programma Cotto e mangiato, che ormai è diventato un appuntamento fisso per milioni di spettatori.

Tessa Gelisio cosa rappresenta per te il momento del pasto?

«Un momento sacro, fondamentale. Non salto mai un pasto e se non mangio vado fuori di testa, per questo faccio uno spuntino ogni tre ore.
Il mio corpo ha bisogno di mangiare e me lo fa capire in maniera potente. Mangiare mi dà un estremo piacere a livello fisico e. dal punto di vista psicologico, è un momento del relax».

«Se non sono a casa porto la “schiscetta’’»

Meglio mangiare soli o in compagnia?

«Il quaranta percento delle volte mangio da sola, il rimanente sessanta in compagnia. Ma in ogni caso cucino, cambia solo il tempo che trascorro a tavola. Preferisco di gran lunga mangiare a casa e se mangio fuori preparo la mia “schiscetta”, come si dice a Milano, perché voglio i miei prodotti, i miei piatti».

Qual è il piatto che sa di casa?

«La pasta. Cambio sempre i condimenti, però. Adoro quella classica al pomodoro e, anche se sembra facile, è uno dei piatti più difficili da preparare perché meno ingredienti ci sono, maggiore deve essere l’abilità. Mi piace anche quella in bianco con il pesce e la verdura».

Cosa non manca mai nel tuo menu?

«La verdura: cotta, cruda, saltata, passata in forno. Un piatto che faccio spesso è la ratatouille, un misto di colore e verdure che preparo con un trito di erbette con prezzemolo e timo. Quello che fa la differenza è il taglio delle verdure: devono essere grossolane e tagliate in lungo, poi condite con olio, sale e il trito di erbette e passate in forno una mezz’ora per appassirle. Quindi altri venti minuti per finire la cottura. E una ricetta banale, ma con buone verdure tagliata bene diventa davvero un piatto super gustoso».

Sei sempre stata brava ai fornelli Tessa Gelisio?

Ricetta di Cucina Tessa Gelisio e i suoi consigli

«Ho iniziato a cucinare con mia nonna, quando ero piccola. Lei era l’unica che cucinava veramente bene e impazzivo quando mangiavo da lei. Ricordo le sue lasagne, la sua bolognese, le melanzane alla parmigiana, i crostini di fegatini alla toscana, la pasta, che preparava in maniera particolarmente condita, lacarne… Le uniche cose in cui non era particolarmente brava erano il pesce e i dolci».

«Per lavoro ho studiato tanto»

E questi chi ti ha insegnato a farli?

«Ho imparato con Cotto e mangiato. Ho studiato in vista del programma, anche perché io di dolci non ne mangio tantissimi. Per condurre questa trasmissione bisogna avere una formazione a 360 gradi. Io ero poco pasticcerà e ho dovuto prepararmi. Le torte soffici di tutti i tipi ora sono il mio cavallo di battaglia, così come la torta alle mele».

Hai un ingrediente jolly che salva i tuoi piatti?

«Per salvare i piatti sono fondamentali i formaggi».

Cosa hai imparato dalla cucina tipica dei Paesi che hai visitato per vacanza o per lavoro?

«Ho imparato a preparare le zuppe: zuppa alla toscana, panzanella, pappa al pomodoro, castagnaccio. Da servire coi crostini».

Tu produci vino in Sardegna. Cosa ti piace della cucina sarda?

«Mi piacciono i primi: fregole e gnocchetti sono strepitosi. La cucina sarda è più ricca e varia di quanto si possa pensare. È una cucina di terra, ma quella moderna contempla anche il pesce preparato in maniera eccezionale».

«Autunno, stagione di zuppe e vellutate»

Come si abbina il vino ai piatti?

«lo bevo vino rosso anche col pesce. L’importante è che sia buono. Con la sogliola al vapore non bevi certo un amarone, meglio un Cavigna-
no non troppo invecchiato, ad esempio, o un San Giove-se, un Pinot Nero…».

La tua è una cucina salutare: ti capita mai di sgarrare?

«Certo, ma non mangio al fast food! Lo sgarro deve essere di qualità: un bel panino fatto bene, un formaggio goloso, i tortelli super conditi o i ravioli ripieni».

Qual è il piatto che ti rappresenta di più e perché?

«La vellutata: mi rappresenta perché è sana, ma buona e saporita. Inoltre ha mille volti e la puoi fare in mille modi diversi con gli abbinamenti più disparati».

Articolo tratto da Vero.

Tessa consiglia Crostini ai fegatini toscani

Filed Under: Interviste di Cucina Tagged With: aglio, cipolla

Filoni di Semola intera.

21 Aprile, 2020 by Ricetta di Cucina

(DOSI PER 6 PEZZI CIRCA)

INGREDIENTI PER LA BIGA

• 500 g di Semola Intera • 250 mi di acqua fredda • 5 g di lievito

REALIZZARE LA BIGA per i filoni di Semola intera.

Si tratta di un impasto preparato il giorno precedente. Procedete così: mettete gli ingredienti nll’impastatrice e lavorate in 1a velocità e fino a ottenere un impasto omogeneo. Lasciate lievitare per circa 18 ore in un contenitore coperto a una temperatura di circa 20°. Se l’ambiente è molto più cal^jo, mettete la biga in frigo e toglietela 5-6 ore prima deH’utilizzo.

PER IL RINFRESCO

INGREDIENTI • 500 g di Semola Intera *430 mi di acqua • 20 g di sale *5 g di malto *10 g di lievito Fate partire l’impasto con biga + farina, sale, malto e 300 mi di acqua in 1 a velocità. Aggiungete il lievito e gradualmente i 130 g di acqua mancante in 2a velocità. Quindi mettete l’impasto in un contenitore e lasciatelo riposare per circa 60 minuti. Ponete l’impasto sul tavolo infarinato, formate i filoncini e metteteli a lievitare su una tavola infarinata per circa 30-40 minuti. Infornate in forno statico a 200° per circa 35 minuti.

Filoni di Semola intera

Filed Under: Uncategorized Tagged With: aglio, cipolla, farina, semola

Giglia Marra il suo cavallo di battaglia in cucina è…

10 Marzo, 2020 by Ricetta di Cucina

Giglia Marra (37 anni) è una delle protagoniste dello spettacolo Shake Fools diretto da Manuela Tempesta e Giovanni Maria Buzzatti.

«Ho accettato di fare questo spettacolo perché è un’attualizzazione delle opere shakespeariane. Io interpreto una cattivissima Lady Macbeth in chiave moderna, ovvero una spietata conduttrice televisiva, una che per la carriera è disposta a tutto. Infatti, sacrificherà anche parte della sua famiglia. Sono orgogliosa di far parte di questo progetto unico»,

ha detto l’attrice, Giglia Mara compagna di Federico Zampaglione, leader dei Tiromancino.

«Sono una buona forchetta»

Come vivi i tour teatrali?

«Provo un mix di ansia e adrenalina. Non vedo l’ora di essere in scena per dar vita ai personaggi che interpreto, ma ogni volta è come se fosse sempre la prima. A teatro c’è l’attore e c’è il pubblico, non puoi sbagliare: se sbagli, devi essere bravo a non farlo capire. Per fortuna, per quanto mi riguarda, non ci sono mai stati grossi errori».

Come gestisci i tuoi pasti tra prove e debutti?

«Di solito proviamo nel pomeriggio e io pranzo sempre prima di andare al lavoro. Fare l’attore è un po’ come essere un atleta: bisogna curare il proprio corpo con alimentazione e concentrazione. Personalmente non vado mai in teatro senza aver mangiato, perché so che non riuscirei a dare il massimo e non reggerei».


Lo spettacolo è un adattamento della poetica universale di William Shakespeare.

«E molto interessante vedere come si mixano perfettamente i dialoghi originari che si alternano a parti riscritte. È bello vedere questo scambio, è come fare l’amore con le parole».

E in cucina chi vince, tradizione o innovazione?

«Sempre il mix. Sono una donna contemporanea, amo molto la tradizione ma mi piacciono anche i piatti rivisitati con prodotti nuovi. Del resto sono pugliese, di buona forchetta e di buona cucina».

Giglia Marra sappiamo che per te la cucina è una passione.

Giglia Marra attrice e compagna del leader dei Tiro Mancino

«Sì, una passione tramandata da mia mamma, che è un’ottima cuoca. Tra i fornelli trovo la mia valvola di sfogo e di creatività. Mi piace cucinare per le persone che amo e che invito a cena.

Adoro cucinare tutto, dal pesce alla creme. E, non voglio essere presuntuosa, ma mi viene tutto buono! I primi sono la mia specialità. Amo preparare i sughi, in particolare quello con i peperoni a cui aggiungo qualche noce e la pancetta. Ma anche con i secondi non scherzo: preparo un ottimo \ filetto di merluzzo gratina-i to con pistacchio e limone. ! Inoltre devo dire che mi sono specializzata anche in ricette senza glutine e lattosio perché Federico, il mio compagno, è intollerante».


A proposito di Federico, sei stata protagonista del corto Una serata speciale presentato alla Festa del Cinema di Roma e ai Nastri d’Argento 2018 e diretto proprio dal tuo compagno. Com’è stato lavorare insieme?

«Molto interessante, insieme abbiamo anche girato un videoclip. Lavorare con lui è stato come lavorare con un regista, un regista molto bravo e molto professionale. Abbiamo diviso le due cose: lì non c’erano Giglia e Federico, ma l’attrice e il regista».


Riuscite a condividere anche i fornelli?

«Certamente: io cucino, lui assaggia, io lo sgrido perché mi scompone i piatti!».

Chi cucina meglio?

«Io, anche perché cucino sempre io. Diciamo, però, che se è da solo si arrangia. Riuscire a sopravvivere è il suo motto!».

L’attrice preferisce in cucina Fave e Foglie

Filed Under: A Tavola Tagged With: aglio, cipolla, fave

Roberta Morise svela quali sono i piatti preferiti a tavola.

20 Febbraio, 2020 by Ricetta di Cucina

Ha le idee chiare, Roberta Morise: «Cucina è gioia, soddisfazione e ricompensa. Che cosa c’è di più bello, alla fine di una lunga giornata, del coccolarsi mangiando qualcosa di buono e sano?». Per lei, originaria di Ciro Marina, in Calabria, il buon cibo «è fondamentale. Nella vita, purtroppo, si fanno spesso i conti con problemi e dolori. Il cibo, per me, rappresenta un’isola felice di cui godere, anche se a piccole dosi e senza esagerare. Sono sempre molto felice quando, intorno a una tavola, si crea un’armonia speciale tra i commensali. È qualcosa che aiuta a tenere lontani i problemi e le arrabbiature della quotidianità».

«Non esagero mai con i carboidrati»

Da quel che dici sei una buona forchetta! Roberta Morise ma come fai a restare in forma?

Roberta Morise

«Faccio molta attenzione a non esagerare con i carboidrati. E poi, quando
magari ho mangiato un po’ troppo a cena con gli amici, corro subito in palestra a smaltire calorie e sensi di colpa».

In televisione ti occupi di cucina. E invece a casa?

«Me la cavo abbastanza bene proprio grazie alla rubrica che conduco a I fatti vostri, su Raidue. Ogni volta sono pronta a carpire qualche trucco allo chef!».

Che voto ti daresti come chef?

«Un bel sette. Chiariamo, non sono una chef, ma neanche una dilettante. Finora, quando ho invitato persone a pranzo o a cena, ho sempre fatto una bella figura. Certo non sono brava come mia mamma Lina: quando cucina lei, tutti si leccano i baffi».

«Vado pazza per la cotoletta»

Quali sono i tuoi piatti preferiti?

«Sono innamorata dei primi. Adoro gli spaghetti allo scoglio, ma anche le lasagne al pesto e pomodoro. In un tris di primi piatti c’è ■1 anche posto per un bel risottino con zucca e. salsiccia. Mi piace preparare menu con vari primi, per essere certa di accontentare tutti gli ospiti. Tra i secondi, invece, vado sul sicuro con un bel polpo, bollito o al forno, con patate

lesse o croccanti. Ogni tanto preparo anche le braciole di maiale al sugo. Vado pazza per la cotoletta alla milanese, che mi piace mangiare con un buon pane del Sud: la trovo una combinazione irresistibile. Mi piacciono anche i dolci, anche se non esagero mai. Il mio chiodo fisso sono i marron glacé, ma anche la crostata alla marmellata di fichi mi fa risvegliare tutti i sensi, così come il profiterole al limonceilo e la chiffon cake. Quando mia mamma viene a trovarmi a Roma dalla Calabria la costringo a portarmene in quantità industriali».

Intervista tratta da Vero.

Filed Under: Interviste di Cucina Tagged With: aglio, bistecche, braciola, cipolla, crema

Matteo Silvestri si cimenta in cucina con i primi e secondi piatti

18 Agosto, 2019 by Ricetta di Cucina

Gl è chi davanti agli eventi più drammatici della vita si abbatte. E poi c’è lui, Matteo Silvestri, che non solo ha trovato una soluzione, ma è diventato Man Solution, l’uomo delle soluzioni. Attore di teatro, dopo aver subito un episodio di malasanità ha creato un’azienda che fornisce sostegno per richieste di risarcimento. Poi, però, è tornato al suo primo amore, la recitazione. Silvestri è infatti reduce dal film Summer Dew, girato a Sarajevo, prossimamente nelle sale cinematografiche.

Sei un imprenditore, ti dedichi alla recitazione… Non sarai bravo anche in in cucina?

«Qualcosa ho imparato a | preparare nei di, miei anni da single! Quando non sono .in girò per lavoro mi piace cucinare. Penso che anche qualcosa di semplice possa stimolare la fantasia».

Da chi hai imparato? «Avendo una mamma che cucina in modo

straordinario, l’ho sempre osservata molto. Inoltre, mio fratello Gianluca ha il talento di un vero chef… Così, se mi lancio in qualche avventura gastronomica, so sempre a chi chiedere consiglio. Anche se non raggiungerò mai i loro livelli, continuo a rubare i loro segreti!».

«In cucina sono importanti i dettagli»

Il più importante insegnamento che hai ricevuto?

«La cena a casa nostra è sempre stato un momento formale. Mia madre preparava tutto meticolosamente, senza lasciare nulla al caso. Questo mi ha insegnato l’importanza di curare i dettagli. Come in qualsiasi altro campo, se si vuole raggiungere il top, anche in cucina bisogna occuparsi dei dettagli».

Se potessi disegnare la cucina dei tuoi sogni, come sarebbe?

«In realtà l’ho già disegnata ed è quella che ho creato a casa mia. Uno spazio ergonomicamente adeguato, che possa permettere alla mia fantasia di esprimersi ai fornelli: la cucina e l’ambiente di cottura sono solo ausili tecnici che aiutano a tirare fuori quello che uno vuole preparare ».

Hai girato un film a Sarajevo. Com’è la cucina locale?

«Quando sono in giro per il mondo assaggio i piatti locali. L’ho fatto anche mentre ero a Sarajevo. La cucina bosniaca è estrema-mente particolare per le influenze turche e ha anche una componente slava».

Che idea ti sei fatto?

«E una cucina che rappresenta perfettamente il suo popolo con le componenti che lo caratterizzano. Nasce povera, è soprattutto a base di carne ovina. I sapori sono forti, non mancano però la delicatezza e le spezie tipiche della cucina turca. Lo stesso vale per i dolci, molto elaborati dal punto di vista deliba preparazione, che sin dal primo assaggio danno la sensazione di qualcosa di unico, speciale e carico di storia».

C’è un piatto che ti ha colpito in modo particolare?

«I cevapcici, spiedini di carne d’agnello e manzo che vengono serviti accompagnati da cipolle crude e con i pane che ricorda la pita greca. Vengono serviti con una salsa di panna acida: ogni zona ha una ricetta tipica per cui il sapore è sempre nuovo, diverso, in grado di risvegliare differenti emozioni».

«Lamatriciana per me è il meglio!»

Sembra che il babka, un particolare dolce tipico dei Paesi delFEst, abbia conquistato il popolo di Instaurarli. Lo hai assaggiato?

«Certo! A colazione tutte le mattine: è una treccia soffice ma compatta, burrosa e ricca; di cioccolato e cannella. Il contrasto di colori, sapori e profumi scatenano l’acquolina in bocca. A proposito di peccati di gola, il ricordo dolce che più mi manca di Sarajevo è il baklava, il compagno ideale per il caffè alla turca che bevevamo durante le pause delle riprese».

Sei attento alle nuo\ e mode culinarie oppure sei tradizionalista?

«Tradizionalista! Attenzione. però: all’estero sperimento sempre e solo la cucina locale per “entrare” il più possibile nella nuova realtà che sto vivendo. I ristoranti italiani per me sono off-limits: trovo assurdo andare a mangiare italiano quando ci sono piatti nuovi da assaggiare».

Se dovessi presentare a uno straniero la cucina italiana, che piatti sceglieresti?

«I bucatini all’amatriciana per me rappresentano al meglio il nostro Paese. Con ingredienti semplici si crea un piatto straordinario».

Qual è, invece, il piatto che racconta maggiormente chi sei?

«La lasagna alla boscaiola, che si mangiava alla domenica, oppure le polpette al sugo.

Matteo Silvestri attore di teatro

Articolo tratto da Vero.

Filed Under: Interviste di Cucina Tagged With: carne, cipolla

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