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Ricetta e Cucina

Tutte le ricette di Cucina , il Bon Ton del piacere di stare a tavola

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Ricetta di Cucina

Sangraia Lomellina la bevanda dissetane dell’estate

31 Luglio, 2019 by Ricetta di Cucina

  • 1 litro di Pinot nero Rosè
  • 60 grammi di pesca noce
  • 300 grammi di frutti rossi
  • 1 limone
  • 1 arancia
  • 2 grammi di chiodi garofano
  • 10 grammi di stecca di cannella
  • 50 grammi di zucchero di canna
  • 200 ml di acqua tonica

Preparazione Sangia Lomellina

Come preparare la bevanda dissetante spagnola dell'estate la Sangria Lomellina

Prima miscelate tutti gli ingredienti poi unite gli spicchi di arancia e limone, i frutti rossi, la pesca a cubetti e i chiodi di garafano. lasciate raffeddare in frigorifero per 1 ora e servite.

Filed Under: Bevande Tagged With: Sangria

Nancy Coppola come ha imparato a cucinare i piatti napoletani

24 Luglio, 2019 by Ricetta di Cucina

posata con Carmine Mogavero da quasi dieci anni, Nancy Coppola si è fatta conoscere dal grande pubblico partecipando alla dodicesima edizione de L’Isola dei famosi. L’ex naufraga, in realtà, si era già distinta nello showbiz sia come cantante neomelodica, iniziata da giovanissima, sia grazie ad alcune apparizioni televisive, come quelle ne lì Boss delle cerimonie e in Corning out. Questo, per l’artista napoletana, è un bel momento, visto che sta per diventare mamma bis. A marzo nascerà Giulia, mentre il primogenito. Vincenzo, ha sette anni. Quale occasione migliore per concedersi qualche golosità in più? Nancy, in realtà, da napoletana doc, non ha mai rinunciato alla buona cucina diventando anche un’icona molto apprezzata della bellezza curvy.

Nancy Coppola che rapporto hai con la bilancia?

«Adesso che sono in dolce attesa ci salgo poco, ma sono una buona forchetta, non lo nascondo. 11 lavoro che faccio, però, mi porta a curare la mia immagine e di conseguenza a prestare attenzione alla linea».

Ami il buon cibo?

«Certo, sono napoletana e noi abbondiamo sempre con olio e sale. Di solito mangio salato perché mi piace il cibo saporito, ma quando ho ospiti mi contengo e lo aggiungo nel mio piatto».

Te la cavi ai fornelli?

«Abbastanza, anche se
non ho molto tempo da dedicare alla cucina perché sono spesso in viaggio per lavoro».

Quali sono i tuoi cavalli di battaglia?

«I primi mi vengono molto buoni. Invento spesso ricette con quello che ho in casa. Faccio i bucatini con speck, rucola e besciamella,. che poi passo in forno. Ma anche pasta e fagioli, pasta e lenticchie e pasta e patate».

«Ho imparato a cucinare da sposata»

Una tua ricetta che ci con-siglieresti di assaggiare?

«L’ortolana, cioè un mix di zucchine, peperoni e melanzane. A fine cottura aggiungo besciamella e parmigiano e poi la ripasso in forno».

Mari o monti?

«Monti, assolutamente. Amo molto i prodotti della terra e tra carne e pesce preferisco la prima. Preparo spesso l’arrosto, le scaloppine al limone, che sono un piatto semplice e veloce».

Con i dolci come te la cavi?

«Da quando ho un robot da cucina mi capita di preparare qualche cosa, ma di solito non li faccio. Adoro la pastiera ma, per restare tra i dolci tipici, amo molto anche gli struffoli ricoperti di miele».

Nancy Coppola qualche altro piatto napoletano che ami?

«uk tortano o casatiello. È un ciambellone fatto con la pasta di pane, con pezzetti di salumi, formaggi e uova, che si prepara per Pasqua».

Tratto da Vero

Filed Under: Interviste di Cucina Tagged With: napoletana

Simone Finetti Master Chef racconta cosa ha imparato da Gualtiero Marchesi

15 Luglio, 2019 by Ricetta di Cucina

La cucina è la sua passione, ma il vero amore per i fornelli nasce nel 2014-2015 quando a MasterChef 4 diventa una stella. Talento, il suo, confermato quest’anno a MasterChef All Stars Italia. Figlio degli insegnamenti di Gualtiero Marchesi e fantasista dei piatti tipici che conservano odori, sapori e qualità del nostro made in Italy, Simone Finetti ha da poco scritto un libro, Heroes, che non è un ricettario, ma il racconto del viaggio nelle tradizioni della nostra buona tavola.

«DopoMasferCAef ho dovuto studiare»

Partiamo da MasterChef…

«È lì che ho capito cosa volevo fare da grande. Master Chef è stata una rampa di lancio, subito dopo ho dovuto studiare seriamente per diventare un professionista. Di sicuro l’esperienza alla scuola Alma di Gualtiero Marchesi è stata una delle migliori. Con MasterChef All Stars mi si è aperto un nuovo mondo, che mi ha portato a rimescolare le carte rispetto a tutto quello che avevo appreso prima».

, Simone Finetti quali sono i piatti più diffìcili che hai affrontato?

Simone  Finetti cuoco italiano di Master Chef con Gualtiero Marchesi ci racconta i segreti della sua cucina Vegana.

«Le preparazioni più insidiose sono quelle di pasticceria. Cucina e pasticceria, anche se da fuori non sembra, sono due mondi molto diversi, un po’ come la fisica e la matematica. Per questo, di solito, un grande ristorante non ha solo un grande chef ma anche un grande pasticciere».

Cosa hai imparato alla scuola di Gualtiero Marchesi?

«A destreggiarmi attraverso le tecniche di cucina, l’ordine, il rigore, la pulizia maniacale e soprattutto l’amore per questo mestiere. Ho imparato che la cucina non è “fatta solo di cuochi”, ma di stupende materie prime, di artigiani, agricoltori, allevatori, pescatori. Ho imparato a fare la spesa nel rispetto del territorio, della stagione e del produttore».

Cosa pensi delle preparazioni vegetariane e vegsme?

«Ritengo l’esplosione della cucina vegana rispettabile, anche se non condivido. Molti la seguono come una moda, raccontando di animali d’allevamento intensivo pieni dj steroidi o antibiotici (e hanno ragione!). Poi, però, allo stesso tempo si nutrono di frutta e verdura fuori stagione o di insalata in busta o frutti con buccia coperta di cera».

Tu prepari ricette vegane?

«lo cucino qualsiasi cosa senza dare un’etichetta a un piatto. Penso a non pormi limiti. Se poi nei piatti che preparo ce n’è uno senza proteine animali, bè, possiamo chiamarlo vegano, ma di certo lo scopo non era farlo vegano, ma magari in equilibrio con diverse dinamiche e fattori all’interno del menu».

Il tuo cavallo di battaglia?

«Amo fare la pasta fresca a matterello, forse perché mi riporta a quando ero piccolo e andavo a casa di mia nonna. Però adoro anche utilizzare la legna, le braci, il fuoco e ascoltarlo cantare!».

E i piatti irrinunciabili?

«Sono quelli senza tempo, quelli che potrebbero sembrare banali ma non lo sono affatto, tipo la Carbonara,

Tratto da Vero

Filed Under: Interviste di Cucina Tagged With: vegana

La food blogger vegetariana Chiara Canzian e i racconti della sua cucina

9 Luglio, 2019 by Ricetta di Cucina

Chiara Canzian è figlia d’arte, certo. Ma è molto, molto di più. Figlia dei Pooh o. meglio, solo del bassista Red, Chiara ha ereditato dal padre la passione e il talento nella musica: ha iniziato a scrivere canzoni a 14 anni e ha all’attivo due album. Ma c’è anche un’altra cosa che Chiara ha ereditato dal papà, Tinche se il merito del perfezionamento, stavolta, spetta alla mamma: l’amore per la cucina veg. E così la giovane Canzian non solo è diventata chef, ma ha anche scritto libri di cucina e aperto un food blog molto seguito. E per noi ha scritto un menu fresco e gustoso davvero speciale!

Chiara Canzian prima di diventare un’apprezzata food blogger hai provato a seguire le orme di tuo padre Red Canzian debuttando nella musica. Poi cos’è accaduto?

Chiara Canzian  famosa food blogger vegetariana ci svela i suoi segreti in cucina

«Sia la musica sia la cucina sono due mie grandi passioni. Ma quello per la musica è un amore adolescenziale, tormentato, mentre quello per la cucina è un amore tranquillo e sereno, che puoi portare avanti per tutta la vita: è l’amore della maturità. Quando cantavo ero tormentata, in cucina mi rilassavo ed ero serena. Ho scelto di essere serena».

Ci racconti com’è nato l’amore per la cucina?

«È nato quando ero ancora una bambina. Come fanno un po’ tutti, cucinavo insieme a mia mamma e alle donne della famiglia, preparando biscotti e quant’altro. Poi quando sono andata a vivereda sola ho messo a frutto ciò che sapevo e quella passione si è sviluppata. Di solito, quando si va a vivere da soli, si finisce per campare di piatti pronti e surgelati, lo, però, volevo mantenere lo standard ài quale ero abituata quando vivevo con mia mamma, così ho iniziato a cucinare per me e per gli amici. Mi sono accorta che la mia cucina veniva apprezzata e ho iniziato a vendere torte ai ristoranti sotto casa. Quando ho capito che anche i clienti apprezzavano, allora ho iniziato a lavorare nei ristoranti come cuoca prima di aprirne uno tutto mio a Verona».

Poi, però, ti sei trasferita a Treviso, hai mollato il ristorante e hai aperto un blog, iniziando a scrivere di cucina. Non ti spaventava l’idea di lasciare un posto sicuro per un’incognita?

«Avevo bisogno di riprendere in mano la mia vita: il ristorante mi teneva in cucina 12 ore al giorno, quindi ho voluto iniziare quest’avventura che per fortuna è andata bene».

Tuo padre Chiara Canzian ti ha dato dei consigli?

«Non ne sa molto del mondo dei blog, ma mi ha detto di fare ciò che amavo e di assecondare i miei desideri».

«50 anni fa la carne era un lusso»

Tu sei vegetariana, tuo padre è vegano. Vi siete in qualche modo condizionati a vicenda nel rinunciare alla carne?

«Nessuno dei due ha condizionato l’altro, sono state scelte consapevoli e autonome. Quella di mio padre è arrivata prima, anche per una questione anagrafica».

Insieme a tuo padre Red hai scritto il libro Sano vegano italiano nel quale lui racconta la sua esperienza veg e tu hai tradotto piatti della cucina tradizionale italiana nel linguaggio culinario vegano. Ci fai qualche esempio?

«La nostra tradizione italiana è piena di piatti vega-ni: la pappa al pomodoro, la ribollita, la pasta e fagioli, la farinata, la caponata, le orecchiette con le cime di rapa e potrei andare avanti ancora a lungo! Ricordiamoci sempre che 50 anni fa, per i nostri nonni, la carne era un lusso e veniva mangiata nei giorni di festa o comunque raramente. Nonostante ciò le nostre nonne creavano dei piatti meravigliosi senza l’utilizzo di carne, pesce e spesso anche di formaggi. Nel mio blog (www.chiara-canzian. com, ndr) propongo ogni settimana moltissime ricette vegane e vegetariane nella speranza che sempre più famiglie possano adottare questo stile di vita, o quantomeno ridurre il consumo

Tratto da Vero

Filed Under: Interviste di Cucina Tagged With: vegetariana

Linda Batista in cucina preferisce i primi piatti

6 Luglio, 2019 by Ricetta di Cucina

La sua prima apparizione in Tv è arrivata con la serie cult Incantesimo dove interpretava Denise Nascimento, amica brasiliana del chirurgo Marco Oberon (interpretato da Alessio Boni), arrivata alla clinica Life in cerca della figlia Lindy, rapita dal marito italiano. Ma nel suo curriculum Linda Batista ha spuntato molte caselle: attrice, produttrice, concorrente di reality show… Attualmente è impegnata nel film II Gatto e la Luna’, la protagonista è Sonia, una donna matura con qualche tormento amoroso, divisa tra un giovane amante e la sua famiglia. Il tutto condito con un misterioso delitto. «Non posso svelare troppo», dice l’attrice, che nelle prossime settimane ritornerà sul set per un nuovo film di cui ancora non può parlare.

«La vostra cucina è più leggera»

Se dovessi descrivere il cinema e le fiction come se fossero un piatto, quale diresti Linda Batista?

Linda Batista racconta la sua cucina e a sorpresa svela che preferisce i primi piatti

«Sicuramente un profite-role!».

Ormai lavori in Italia da moltissimi anni. Ti manca il tuo Paese, il Brasile?


«In Italia ho trovato il successo e tanti amici. Del Brasile, però, non ho mai perso il grande senso dello humor».

In Italia hai trovato buoni ristoranti di cucina brasiliana?

«In realtà non ce ne sono molti in Italia e quei pochi sono sparsi a largo raggio, in posti che per me a volte sono difficili da raggiungere».

Preferisci la cucina brasiliana o quella italiana?

«La cucina italiana è più leggera, mentre in Brasile si mangia molta carne. Tra i miei piatti preferiti sicuramente direi il churrasco, una grigliata mista di vari tipi di carne, dal pollo al manzo, dal maiale alla pecora, che vengono tagliati a pezzettoni o lasciati interi, marinati e poi cotti alla griglia. Il sapore è particolare, leggermente affumicato per la cottura a temperatura molto alta. Per quanto riguarda la cucina italiana non ho dubbi: spaghetti con le vongole».

Altri primi che ti piacciono?

«Amo i piatti tipici romani: la Carbonara, la cacio e pepe, l’amatriciana. Però li preparo non con gli spaghetti, ma con la pasta corta».

Sei brava ai fornelli Linda Batista?

«Dovreste chiederlo ai miei amici! Amo cucinare per loro e anche per mia figlia Lais. Devo dire una cosa, però: sono tutti in ottima forma!».

Te la cavi anche con i dolci?

«Direi di si e li preparo spesso. Le mie specialità sono quelli al cucchiaio, che amo molto. Tra i miei cavalli di battaglia metterei tre classici: il tiramisù, poi la crème caramel e la panna cotta. Tutti e tre sono facili da preparare, veloci e gustosi».

«Mi piacerebbe andare a MasterChef»*

Se dovessi darti un voto come chef?

«Non saprei, ma dagli apprezzamenti di amici e colleghi penso di non essere male. Spesso mi dicono che dovrei partecipare a un programma di cucina, quindi vuol dire che quello che preparo deve essere piuttosto gustoso».

E tu parteciperesti? In fondo non sei nuova ai reality, visto che nel 2009 hai partecipato a La fattoria…


«Certo che parteciperei! Adoro MasterChef, soprattutto per la serietà della conduzione e per le prove che vengono proposte ai concorrenti».

Quale specialità prepareresti per convincere i giudici?

«Viaggio molto per lavoro e potrei deliziare i palati dei giudici sia con piatti tipici regionali sia internazionali, visto che ne conosco mol-
tissimi».

Pare che tu sia fidanzata con lo chef Gianfranco Vis-sani. Se è vero, gli hai rubato qualche segreto per fare bella figura in cucina?

«In realtà siamo solo grandi amici. Gi hanno fotografato mentre ci davamo un bacio sulla guancia e dà lì i giornali di gossip ci hanno ricamato sopra inventando una presunta storia d’amore. Ma, ripeto, Gianfranco è un caro amico. E tra l’altro non è l’unico chef al quale rubo i segreti…».

A casa chi cucina?

«Chi arriva prima! Di solito facciamo 50 e 50 con mia figlia Lais. Io, comunque,

Tratto da Vero

Filed Under: Interviste di Cucina Tagged With: Carbonara

Le Bevande in estate cosa controllare per i tassi glicemici

4 Luglio, 2019 by Ricetta di Cucina

La prima cosa da fare imperativa è leggere, non soffermarsi a guardare le immagini! In quanto nel nostro continenente la legge Europea norma la composizione e la percentuale di frutta contenuta in succhi e nettari; per tutte le altre preparazioni. Per legge questo valore deve essere almeno del 12% di frutto. Il resto è lasciato a discrezione dell’azienda, in ogni modo è importante la lettura dell’etichetta, non sempre l’immagine rappresentata potrebbe corrispondere alla composizione del prodotto acquistato

Quanti zuccheri ci sono nelle bevande

In primo luogo stiamo parlando di prodotti confezionati. Ossia è obbligatorio che su tutti i prodotti venga esposta la tabella dei valori nutrizionali. In questa maniera sapremo così la quantità di zuccheri semplici presenti in 100 ml di prodotto acquistato. Da tenere in considerazione sia per diabetici insulino resistenti ma anche importante non solo per chi è diabetico, ma per tutte le persone in genere. In quanto le bevande in commercio generalmente hanno dall’8 al 15% di zuccheri,. Ossia una porzione da 100 ml possiede il 32% degli zuccheri che si dovrebbero assumere in una giornata e circa il 4% delle calorie giornaliere consigliate per una donna adulta . Inoltre ricordate che le bevande più ricche di zuccheri sono quelle con le pere, uva, papaya, albicocche, melograno e mango.

Le Bevande ai nuovi gusti

Oggi in commercio si trovano anche combinazioni insolite, per esempio iin commercio si trovano sovente canapa e cannella, bietole e mele, oppure anguria e cetriolo e etc,, ma che valori nutritivi hanno?.Dobbiamo controllare principalmente la differenza in termini di zuccheri, calorie e fibre, ma non di vitamine e sali minerali che, non essendo indicazioni obbligatorie, sono definite secondo la discrezione dell’azienda che produce il prodotto. Dati certi di una potenziale efficacia protettiva sono relativi solo al succo di mirtillo rosso che, per l’elevata quantità di antocinidine, sembra in grado di contrastare le infezioni ricorrenti delle vie urinarie.

Filed Under: Bevande

La cucina Vegana di Nathalie Caldonazzo

2 Luglio, 2019 by Ricetta di Cucina

Attrice e showgirl, Nathalie Caldonazzo è stata una delle protagoniste del Bavaglino nonché naufraga de L’Isola dei famosi. Da sempre appassionata di cucina, negli ultimi tempi ha deciso di appendere il grembiule al chiodo.

«Alla cucina ho dedicato gran parte della mia vita. Nel mio tempo libero mi dilettavo tra i fornelli, era il mio hobby. Adesso cucino meno, ma mangiare resta uno dei massimi piaceri: non mangio per vivere, ma vivo per mangiare».


Nathalie Caldonazzo quindi sei una buona forchetta?

«Sì, ma sto molto attenta. Seguo la dieta dissociata sin da ragazzina. Ricordo che lessi il libro di Raffaella Carrà in cui c’era scritto che si poteva mangiare tutto senza pesare purché non si mischiassero proteine e carboidrati. Certo, bisogna fare qualche piccola rinuncia: mangio la pizza senza mozzarella, la pasta senza parmigiano… Però ci sono le alternative: al posto della mozzarella si può usare la mozzarisella, cioè la versione vegana. Sulla pasta, invece del parmigiano, metto semi di girasole tritati o corn flakes».

Ti piace la cucina vegama?

«La adoro. Permette di mangiare tutto senza badare alla distinzione tra proteine e carboidrati, perché lì è tutto di origine vegetale. Uno dei miei piatti preferiti è la pasta di farina di fagioli con panna di soia e insalata. Lo confesso: quando vedo una bella Carbonara ho gli occhi a cuoricino, ma evito e mi preparo l’alternativa vegana con panna di soia e salumi vegani».

Sei una vegana rigorosa?

«No, no. Non sono vegana. Mangio molta carne e molto pesce. Amo le cosce di pollo e le cucino in tutti i modi, lesse, al forno… Uno dei piatti che mi riesce meglio è il pollo alla cacciatora: lo cospargo di aceto e sale dietetico con poco sodio oppure uso il gomasio, cioè semi di sesamo tostato per insaporire. Una volta alla settimana mangio la pizza: la mia preferita è quella molto sottile, con sugo e spinaci leggermente ripassati in padella».

Nathalie Caldonazzo ti definiresti una brava cuoca?

Nathalie Caldonazzo ci racconta la sua cucina vegana e il suo amore per questo tipo ci ducina, anche se non disprezza la cucina tradizionale.

«Me la cavo bene e ho insegnato anche a mia figlia, che ha 14 anni ed è diventata brava. Mi piace andare al mercato a scegliere frutta e verdura fresca ogni giorno. Da poco ho scoperto le rape bianche: ottime. Le mangio in insalata, crude, con arance, finocchi e condisco con un filo d’olio, sale dietetico, aceto balsamico e aceto di vino bianco».

Da chi hai imparato a cucinare?

«Mio padre era bravissimo. Da piccola ero rapita dalla sua eleganza e dalla disinvoltura con le quali si muoveva tra i fornelli. Ricordo le pentole di coccio che utilizzava, che avevano un odore strano. Lo rivedo mentre appronta sughi e impana cotolette alla milanese. Mi ha insegnato a preparare con occhi e naso: niente bilancia e niente timer».

Il tuo primo piatto?

«Le uova all’occhio di bue».

Quello più difficile?

«La pasta fatta in casa e i dolci: non mi vengono bene per niente. Però ho il mio cavallo di battaglia: una torta proteica al cioccolato fatta con l’acqua. Basta mescolare la farina di avena per dolci per gli sportivi con le proteine al cioccolato in polvere, anche queste alimento per sportivi. Si aggiunge l’acqua, si frulla e si mette in forno per venti minuti. E strepitosa, morbida, ma poco calorica. Di solito la mangio a colazione spalmandola con burro di arachidi, crema di nocciole proteica e marmellata senza zucchero e accompagnandola con una bella tazza di latte freddo».

Quali altri dolci ti piacciono?

«Le mele al forno: tolgo il torsolo, inforno e dopo quaranta minuti si aprono come fiori, la buccia si stacca e sono buonissime. Ma il dolce per
eccellenza, quello a cui non resisto e per il quale sgarro, è sicuramente la crostata di ricotta e cioccolato. Mi ricorda la mia infanzia, quando andavo all’isola di Giannutri e c’era un fornaio che la vendeva. Veramente c’è ancora e la torta è sempre buonissima».

Qual è il tuo piatto forte?

«Le polpette al limone. Si fa il classico impasto con carne macinata, uovo, formaggio e si preparano le polpettine, io le faccio piccolissime. Le metto in padella e quando sono praticamente cotte unisco un litro di latte intero e il succo di quattro limoni. Pian piano la cremina si restringe e, quando è ancora calda e cremosa, la verso sul ciambellone di riso, che è buono anche con pollo e gamberoni al curry».

Ma cos’è il ciambellone di riso?

«Faccio bollire il riso basmati, lo scolo, lo presso bène in una teglia per ciambellone, poi lo rivolto su un enorme piatto da portata. Insaporisco col gomasio e poi ci metto sopra le polpettine».

Quale ingrediente non manca mai nella tua cucina?

«La senape, che metto sia sulla carne sia sul pesce».

Sei metà olandese. Conosci anche quella cucina?

«Sì, sono una grande appassionata di zuppe e le faccio molto bene. Preparo una crema di verdure favolosa: faccio bollire un bel minestrone tagliato fresco con poca acqua e un dado; aggiungo una o due cipolle e appena l’acqua sobbolle spengo il gas e lascio coperto per un po’. Quando la verdura è appassita, metto olio e basilico e frullo con il minipimer. Il risultato è un gustoso purè di verdura che mangio anche a merenda». .

Come conquisti il tuo uomo a tavola?

«Con un piatto di Carbonara e la tartare di carne cruda». Come delizi i tuoi ospiti? «Faccio una premessa: se siamo in quattro, io cucino per quindici! Faccio porzioni immense perché non mi piacciono le cene in cui il cibo è risicato. E anche questo me lo ha trasmesso mio padre. Ai miei ospiti offro ciambellone di riso, grandi insalate e tante verdure. Però non so prepa-
rare i carciofi, e da romana è davvero vergognoso».

Qual è il dettagli» a cui presti maggiore attenzione in cucina?

«La presentazione del piatto: detesto vedere piatti da portata sporchi sui bordi».

Qual è il piatto che sa di estate?

«Le freselle col pomodoro, alle quali io aggiungo il tonno. Ho un amico pescatore a Bari che ci dà barattoioni di tonno sott’olio fatto in casa».

Preferisci i menu di mare o i menu di terra?

«D’inverno quelli di terra: amo la tartare, ma trovo noiosi gli arrosti, i roast beef e la carne bianca. Mi piacciono i piatti di carattere, come il fegato alla veneta e le polpette al sugo. D’estate, invece, preferisco i menu di pesce: insalata di mare e pesci arrosto».

Parliamo di gelati. Cono o coppetta?

«Da quando nelle gelaterie si trovano i gelati vegani, e dunque posso mangiare sia il gelato di soia sia il cono vegan, decisamente cono! Il mio preferito è al cioccolato, ma mi piace moltissimo anche il frozen yogurt. Adoro anche il cocomero fresco. Vi consiglio di assaggiarlo con qualche goccia di limone È strepitoso».

Filed Under: Interviste di Cucina, Vegana

Birra Rossa e Biondo a confronto , quale preferire?

24 Giugno, 2019 by Ricetta di Cucina

Mettiamo in questo articolo a confronto la Birra Rossa e la Bionda e vediamo quali caratteristiche ha l’una e quli l’altra

Birra Bionda

Segni Particolari

Ha varie sfumature di giallo, da quello scarico a un bel colore dorato.

Caratteristiche

Prodotta da malto d’orzo essiccato a basse temperature e da cereali che non lasciano colorazione, come frumento e avena.

Abbinamenti

Di gusto più leggero, ben si accorda con primi dai condimenti non decisi, pesce non troppo saporito, formaggi freschi.

In Cucina

Ideale per ricette più delicate. Da provare sostituendola all’acqua (o a parte di essa) nella pastella per fritti di verdura. Risultato assicurato.

Per Gustarla

Profumi e sapori della bionda si esaltano servendola intorno ai 6°C di temperatura.

Birra Emergente

Fra le tante birre artigianali in assortimento, la bionda toscana da 75 cl, a marchio Brunz, prodotta in un birrificio sul Monte Amiata. Ottenuta da malti e luppoli selezionati, è una birra leggera, non filtrata, non pastorizzata e rifermentata in bottiglia. Ottima se abbinata a piatti saporiti, come salumi e formaggi.

Birra Rossa

Birra Bionda e Rossa  ecco come preparla per degustarla nel migilore dei modi possibili.

Segni Particolari

Varia da un caldo colore ambrato fin quasi al marrone.

Caratteristiche

Prodotto con malti da caramellati a tostati. La colorazione più o meno intensa dipende dal grado di tostatura del malto.

Abbianmenti

Dal gusto più deciso, è ideale per piatti saporiti, come carni rosse, pizze ricche, formaggi stagionati.

In Cucina

È ottima nella preparazione di stufati di carne o per sfumare primi saporiti, come il risotto con radicchio e salsiccia.

Per Gustarla

Si godono appieno gli aromi della rossa se viene servita intorno agli 8°C di temperatura.

Da provare

Da provare la birra speciale rossa dei Mastri Birrai Umbri, non filtrata e non pastorizzata, fatta in Italia. Colore ramato, prodotta con materie prime che donano note minerali e caramellate, come la cicerchia e i malti tostati. Da accompagnare a pizza, primi piatti, zuppe, carni bianche e formaggi a media stagionatura.

Filed Under: Bevande

Fioretta Mari e l’arte della cucina fai da te.

24 Giugno, 2019 by Ricetta di Cucina

Ho trascorso due anni in compagnia di Ugo Tognazzi come prima attrice nello spettacolo L’Avaro di Molière e con lui ho mangiato nei ristoranti più importanti d’Italia. Lui mi ha insegnato a mettere i semi di papavero nelle insalate! Anche con Nino Manfredi ho girato i migliori ristoranti, ma lui la sera mangiava leggero, cosi raramente andavamo a cena di notte». A parlare così è Fioretta Mari, grande attrice e insegnante di recitazione che, anche con la cucina, ha un rapporto passionale, proprio come con tutto il resto.

Fioretta Mari e la cucina: che legame c’è?

«Noi siamo quello che mangiamo: tristi, allegri, depressi. Anche il nostro umore dipende da ciò che mettiamo nel piatto. A scuola insegno la cromoterapia e anche in cucina è fondamentale: quando una persona è giù di morale, ad esempio, dovrebbe mangiare solo cibi colorati! Se a tavola si mette una verdura molto colorata, come le rape, o frutta di un bell’arancione come le albicocche, anche l’umore ne trae beneficio. Il segreto per essere felici è proprio quello di mangiare tanti colori: una bistecca con insalata e poi verdura cotta colorata. Pure il pesce dà tanta gioia: le ostriche, ad esempio, anche se io personalmente non ne vado matta perché il pesce crudo mi spaventa. Ma una bella frittura mista di pesce è una delle gioie più belle che si possano trovare a tavola».

A proposito di colori, lei quali preferisce?


«I colori della bandiera italiana: pasta fredda con pomodoro, basilico, mozzarella, tonno e olive. Ma i colori nel piatto li amo tutti. Immaginate una bella macedonia di frutta colorata: quando arriva a tavola è già una festa. Anche l’occhio si deve nutrire».

Quindi lei cura molto la presentazione dei piatti?

«Sì, il cibo è sacro».

Che tipo di dieta segue Fioretta Mari?

Artista attrice di teatro e televisione Fioretta Mari ci introduce ai piacere della cucina , come mangiare in maniera sana e naturale

«L’alimentazione non deve creare problemi. Secondo una mia amica dietologa, la dieta ideale è quella che non va mai a mixare proteine e carboidrati: in questo modo non ci si gonfia. Allora il mio menu tipo è: a pranzo un primo, insalata e verdura cotta più un frutto e poi a cena pesce o carne con insalata e verdura cotta. Inoltre sto molto attenta anche a non mischiare alcuni prodotti, come il cavolfiore con la lattuga o i finocchi con gli asparagi. Ogni verdura va mangiata sola, a meno che non unisca la verdura cotta a quella cruda».

Cosa ricorda della cucina della sua infanzia?

«Ricordo il latte fumante, le fette biscottate, la marmellata rossa».

Un piatto che le fa pensare a quando era bambina?

«L’uovo alla coque: mio padre, che era colonnello, andava in campagna e prendeva le uova fresche, che si potevano mangiare anche crude. Ricordo che facevo un buchino sopra e uno sotto e io lo mandavo giù. Il segreto per un uovo alla coque cotto a puntino? Mettere l’uovo in acqua fredda e dire tre Ave Maria sveltissime appena l’accontinua qua inizia a bollire: è il tempo necessario affinché diventi perfetto».

Il piatto che sa di allegria?

«La pizza: è una festa di colore, meglio ancora se abbinata a un bel bicchiere di birra! Ma anche un bel gelato misto con la panna mette di buon umore».

Lei è brava a cucinare?

«Se mi impegno sì, ma ho tante cose da fare per cui lo faccio di rado».

Ci svela una ricetta che le viene bene?

«Il rombo all’acqua pazza è un mio cavallo di battaglia: lo faccio con i pomodorini, le patate, il sedano e gli odori».

Mangia il fritto?

«Sì, purché l’olio sia fresco e con pezzi di aglio, che dà all’olio sostanze protettive: così si può mangiare anche una o due volte a settimana.

Io l’aglio lo aggiungo sempre, anche quando faccio le patate fritte, e vi posso garantire che le mie patate hanno un successo pazzesco: le taglio sottilissime e viene fuori una sorta di frittata croccante».


Parliamo di pasta.in Cucina

«Allora non si può prescindere dalle lasagne: ma bisogna prendere la pasta buona, con una farina particolare. Il segreto è mettere il formaggio su tutti gli strati: io di solito utilizzo formaggi senza lattosio così viene più leggera. Completo gli strati con il pomodoro e le sottilette senza lattosio. Un altro mio piatto forte sono gli gnocchi verdi, ovvero con gli spinaci, che preparo in casa e condisco con besciamella fatta con latte di riso e mozzarella senza lattosio. Infine faccio dei bellissimi passate di verdura».

E con i dolci come se la cava?

«Sono golosa di due dolci: la crostata di mele e lo strudel. Ma vado matta anche per le meringhe con la panna spruzzata di cioccolato. Altri due dolci che adoro sono l’affogato al caffè, con un gelato croccante, o una macedonia col gelato: danno gioia di vivere».

Per il suo lavoro mangia spesso al ristorante. Cosa ordina?

«Piatti semplici: un minestrone, perché essendo tosca-
na lo amo tanto. Oppure la ribollita».

Oggi cosa cucina?

«La sogliola arrostita e il topinambur, una rapa tedesca che è un’ottima alternativa alle patate. A cena, invece, carciofi:

li schiaccio, li metto in padella con olio evo, aglio e li faccio rosolare».

Cosa non manca mai nella sua dispensa?

«Frutta, verdura e acqua non gassata. Ne bevo minimo un litro e mezzo al giorno. Anche prima di andare in scena, proprio come gli sportivi, noi attori beviamo e facciamo gargarismi. L’acqua aiuta moltissimo».

Una tentazione a cui non resiste?

«La meringa con la panna».

Il piatto della domenica?

«La torta di mele».

Sua figlia vive in Svizzera. Come la coccola a tavola quando torna in Italia?

«Lei non mangia la pasta, quindi preparo solo secondi e contorni. Ma anche lì ci sono restrizioni: non ama la carne, quindi faccio solo pesce e il
suo preferito è il rombo con le patate. Anche a me piace: da ragazza pescavo i ricci e li mangiavo con il limone».

Le piace organizzare cene?

«Sì, molto. Ma non perdo troppo tempo in cucina: ognuno porta qualcosa e diventa subito festa perché la tavola è ricca e imbandita. Uno dei piatti che non mancano mai è il tacchino ripieno».

Una cosa che non mangia?

«Lo zucchero. Lo sostituisco con succo d’acero o zucchero di canna. Per tirarci su prima di uno spettacolo noi attori spesso prendiamo un cucchiaino di zucchero di canna con 5 gocce di cognac».

Adesso sarà in tournée con Marisa Laurito e poi ha un musical con Garrison. Come organizza la sua dieta?

«Non bisogna esagerare con le pizze! Solo quando non posso farne a meno, altrimenti a pranzo si mangia al ristorante qualcosa di leggero e a cena ci si organizza con un minestrone di riso con verdure, un po’ di formaggio senza lattosio e la frutta».

Da Vero

Filed Under: Interviste di Cucina

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18 Giugno, 2019 by Ricetta di Cucina

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